venerdì 12 marzo 2010

FRANCESCA MINCHELLA e il COLORE
Un turbinio di allegria, spiritose colorazioni dell’essere, dove la donna è al centro, accanto ad una voce maschile quasi mai emersa ma comunque presente, nei retro pensieri, nei sentimenti vivaci che comunicano la ricerca di un abbraccio, di un calore nascosto dietro alla dominante cromaticità.
Materno senso di protezione di una donna che “esce dal quadro” con le proprie braccia come appendici del mondo, con i propri sorrisi e sguardi ammiccanti, dentro una primavera del sentimento che cerca la propria maturità attraverso l’esperire di ogni giorno.
Dipinti come pioggia di colori che spaziano da una tonalità all’altra senza interrompere mai il senso positivo, allegro, comunicatore sulla bellezza della vita e di ogni umana sua espressione.
Immagini quasi naif che seguono molto più l’istinto che la ragione, il sogno che
la realtà, il vissuto più che il pensato. E l’arte afferra così gli sguardi fugaci, nascosti dietro ogni intenzione femminile di bisogno espressivo, di necessità di contatto, di voglia manifesta di regalare profondi sentimenti, vitali messaggi.
L’arte vissuta come strumento di vita, di esternazione, di percorso verso la realtà, come mutamento, camminando sulla sfuggevolezza dei pensieri, per poi
procedere a renderli reali, per sconfiggere il “mistero delle cose”, per superare il lato ineffabile del volto dell’esistenza, afferrando i significati dell’animo umano per trattenerli su una tela, dentro un disegno.
Un’evoluzione naturale e, soprattutto armonica, della dimensione temporale, che viene vissuta senza angoscia, fuori dalle distinzioni tra passato, presente e
futuro e piuttosto proiettata verso l’alto, verso una crescita spirituale, verso un
completamento dell’essere umano come persona, con le sue emozioni, i suoi sentimenti e le relative nascite, facendo “esplodere” dentro l’arte ogni espressività, nata, reale e in divenire.
Senza troppa introspezione v’è piuttosto una tendenza a far vivere direttamente il sentimento, la passione, il cuore. Cuore che prende tutto lo spazio possibile, accanto ai sorrisi, alla realtà floreale, come per riportare verso
un eterno “sbocciare” di sogni da realizzare, di positive energie creative verso cui tendere, di femminili esternazioni di rassicurazione, speranza, ispirazione all’idillio e alla beata sublimazione dell’essere, qui e ora.
(Valeria Conticiani)

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